Nota sugli archivi informatici di D. Herlihy

 

 

A proposito di questa versione dell’archivio-dati delle Tratte

 

L’archivio-dati fu inizialmente concepito, e in gran parte codificato, da David Herlihy e i suoi assistenti alle Università di Harvard e di Brown nei vent’anni precedenti la sua morte, avvenuta nel 1991. Il progetto è stato poi riesumato nel 1997 da R. Burr Litchfield e da Anthony Molho, colleghi di Herlihy a Brown. R. Burr Litchfield ha assunto la direzione pratica del nuovo progetto e ha controllato i master-files, Anthony Molho ha fornito consulenza e supporto logistico. Dopo la valutazione degli archivi informatici di Herlihy ed un piccolo finanziamento iniziale concesso dalla Brown nel 1997, l’assistenza finanziaria è stata ottenuta dal “National Endowment for the Humanities, Division of Preservation and Access”, nel 1998-99 per gli anni 1999-2001 (PA23264-99). Claude Goldmann del “Center for Information Sciences” ha creato l’archivio informatico leggibile in FOCUS, un programma standard di gestione dati, con il quale ha potuto rivitalizzare i master-files. Il progetto non sarebbe potuto andare avanti senza la valida assistenza paleografica ed archivistica di Roberto Barducci, che ha controllato infaticabilmente i tabulati dei dati sui registri originali nell’Archivio di Stato di Firenze, e fatto le correzioni poi trasferite sui master-files a Brown, e codificato infine i dati mancanti. Giovanni Ciappelli ha fornito un’ulteriore assistenza tecnica a Firenze. La pagina Web è stata disegnata da R. Burr Litchfield e programmata per il server My SQL da Carole Mah del “Brown Scholarly Technology Group”, sotto la direzione di Elli Mylonas. Il sito web è gestito correntemente dallo “Scholarly Technology Group”.

 

Il concetto di David Herlihy sull’archivio-dati delle nomine agli uffici

 

David Herlihy concepì l’idea di codificare a computer il corpo delle registrazioni sopravvissute delle elezioni della Repubblica fiorentina negli anni ’60, quando stava completando lo studio monumentale del Catasto del 1427, che egli aveva intrapreso in collaborazione con Christiane Klapish-Zuber dell’Ecole Pratique des Hautes Etudes di Parigi: Les Toscans et leurs familles: Un étude du catasto Florentin de 1427 (Paris: FNSP Editions de l’école des hautes etudes en sciences sociales, 1978). Egli programmò di usare il materiale delle Tratte in un ampio lavoro sulle basi sociali del sistema politico fiorentino. Quello di analizzare il sistema politico della Firenze rinascimentale era un grande soggetto, che sottolineava la sua vibrante cultura artistica ed intellettuale, e prima della sua morte nel 1991 egli enunciò un’ipotesi, divulgata in un importante articolo: "The Rulers of Florence, 1282-1532: Oligarchy, Democracy, Principate" (in A. Molho, K. Raaflaub, and J. Emlen, eds., Athens and Rome, Florence and Venice: City-States in Classical Antiquity and Medieval Italy. (Stuttgart: Franz Steiner Verlag, 1991). Comune supposizione degli storici di ogni tempo del Rinascimento fiorentino, che tuttavia non è stata mai del tutto convalidata, ma neppure decisamente respinta - spiegava Herlihy- è che il sistema della Repubblica era “oligarchico”. In sostanza bisognava chiedersi se i più importanti uffici della Repubblica, iTre Maggiori”, fossero tenuti da un numero relativo di individui e famiglie,   oppure se la classe politica non si allargasse anche ai ceti più bassi. Egli si riferiva ai molti storici che avevano contribuito a questo dibattito, dichiarando che progettava di sfidare la cosiddetta tesioligarchica”. “Come spero di illustrare”, egli scriveva, “il numero dei cittadini che cercavano attivamente uffici aumentò continuamente, anche in modo clamoroso, dal primo Trecento al tardo QuattrocentoL’allargamento del numero dei singoli individui incaricati a ciascun ufficio si è  rivelata ancor più sbalorditiva, in quanto il livello demografico della popolazione della città si trovava, contemporaneamente, in forte declino. Come potrebbe il numero dei cittadini saliti agli uffici più alti crescere…sotto regimi considerati comunemente come oligarchici?” (“The Rulers of Florence ”, p. 197). Con questo intervento veniva così rilanciato un importante tema per l’interpretazione del Rinascimento fiorentino.

 

Lo studio della cultura politica del Rinascimento fiorentino richiede la capacità di saper valutare chi occupava gli uffici, e i vari modi nei quali mutava nel corso del tempo l’elite politica effettiva. Fin dal diciottesimo secolo, come sappiamo, sono state pubblicate liste (prioristi) di nomi di individui eletti agli uffici del Gonfalonierato di Giustizia e del Priorato, componenti la Signoria. Ma Herlihy intendeva allargare la valutazione del gruppo dei più importanti detentori di uffici, selezionando dai Giornali delle Tratte (le registrazioni originali dei nomi degli uomini sorteggiati) anche i componenti degli altri due Collegi sussidiari che completavano i “Tre Maggiori” (i Buonuomini e i Gonfalonieri di Compagnia). Inoltre egli voleva esaminare, della Signoria e dei Collegi, non soltanto i “seduti” in ufficio, ma anche quelli rifiutati durante le estrazioni periodiche. Egli pianificò sicuramente, in vista di un’analisi informatica che si sarebbe presentata di grande estensione, ciò che egli avrebbe potuto ricavare da queste liste codificate.

 

L’esercizio degli uffici a Firenze funzionava a livelli differenti: 1) iTre Maggiori” (Signoria e Collegigli uffici esecutivi), 2) gli uffici amministrativi (gli Otto di Guardia e Balia, Capitani di Parte Guelfa, ecc., più i Vicari e i Podestà inviati nelle città del dominio fiorentino.), e 3) (al più basso livello) i Consoli delle Arti delle 21 Arti Maggiori e Minori. Nel suo studio Herlihy desiderava focalizzare il suo interesse principalmente sul primo e sul terzo livello: i Tre Maggiori e i Consoli delle Arti. La ragione dell’omissione degli uffici amministrativi dalla ricerca era fondamentalmente quella che gli uomini eleggibili ai “Tre Maggiori” coincidevano più o meno con i selezionati alle magistrature amministrative, e perciò costituivano la stessa elite politica. Egli era interessato invece a scoprire in che misura gli uomini coinvolti nell’elezione per il Consolato delle Arti penetrassero il livello dei Tre Maggiori. Un’altra ragione per non codificare i nomi degli uomini delle magistrature amministrative, nonostante queste fossero certamente importanti, era la considerazione pratica che il largo numero di tali registrazioni avrebbe reso l’archivio-dati troppo esteso per poter essere gestito. Dopo la morte di Herlihy abbiamo trovato nei suoi computers i seguenti archivi di dati, che egli aveva in gran parte completato di codificare:

 

SerieRecordsDatazioneFonte
Tre Maggiori65.8421282-1532Tratte
Elezioni delle Arti64.3151393-1521Mercanzia
Registrazioni delle nascite19.6681378-1540Tratte
Emancipazioni16.5831355-1534Mercanzia/Notificazioni
Veduti33.8951349-1478Tratte

 

La serie delle Registrazioni delle nascite si  basava sulle dichiarazioni d’età richieste a tutti i rettori d’uffici, cominciate nel 1429. Le Emancipazioni erano prese dalla serie di registrazioni contenenti informazioni sui ragazzi dichiarati “maggiorenni”, che erano state codificate e fornite a Herlihy dal professor Thomas Kuehn, il quale le aveva usate in un suo studio separato. I “Veduti” erano una compilazione di nomi di individui “veduti” per i Tre Maggiori per la prima volta, eseguita nel tardo diciassettesimo secolo (presa dai registri correntemente numerati 130-133 dell’Archivio delle Tratte) a cui noi abbiamo attribuito un’importanza secondaria, non essendo una fonte originaria.

 

La nostra iniziale indagine sugli archivi informatici ha dimostrato ampiamente che una controllata e completa edizione dei dati degli incarichi d’ufficio, a disposizione sul World Wide Web (in un formato simile a quello del Florentine Online Catasto of 1427 che abbiamo pubblicato dai suoi archivi dei dati nel 1995), sarebbe stata una fonte estremamente utile per le ricerche sulla storia fiorentina. Abbiamo sperato inizialmente di rendere disponibili tutte e sei le serie sul Web. Comunque, una più dettagliata valutazione dei dati, e le considerazioni pratiche del tempo e del denaro da impiegare, ci ha portato a concentrarci sui primi tre. Perciò la nostra Serie 05 contiene le registrazioni per i Tre Maggiori dall’Archivio delle Tratte (82.174 records). La Serie 06 le registrazioni delle Elezioni delle Arti dall’Archivio della Mercanzia (entro il 1497: 62.841 records), e la Serie 10 le Registrazioni delle Nascite dall’Archivio delle Tratte (21.386 records).

 

La codificazione e il controllo dei dati

 

David Herlihy usava un metodo di codificazione dei dati delle Tratte per certi aspetti arcaico, nonostante che fosse in linea  con la tecnologia informatica del suo tempo. Egli prendeva appunti codificati dai registri dell’Archivio di Stato di Firenze in quaderni, che poi trasportava ad Harvard e più tardi a Brown, per informatizzarli (usando un Ohio Scientific Computer che aveva soltanto 64k di RAM di memoria ed un programma di gestione che egli stesso scriveva con sistema BASIC). I files che abbiamo ritrovato nei suoi computers erano in un formato non standadizzato che li rendeva difficilmente leggibili ed impossibili da analizzare, finché l’abilità di Claude Goldman del Brown CIS non riuscì a trasformarli in files a standard rettangolare che si sarebbero potuti leggere, analizzare e pubblicare in FOCUS, un pacchetto informatico di gestione-dati. Ci siamo accorti presto che c’erano molti errori nei dati (essi non erano mai stati controllati a fondo), ed anche qualche considerevole lacuna, dovuta al fatto che Herlihy non aveva finito di codificare tutti i registri, e che i registri stessi non erano stati completati interamente. Anche l’Archivio delle Tratte era stato intanto riorganizzato, fin da quando Herlihy aveva iniziato a sistemare il materiale, tanto che il numero di corda dei registri non corrispondeva più a quelli già codificati. Qualcuno di essi non aveva inizialmente il numero di pagina. Riuscimmo, comunque, a stampare i dati grosso modo nello stesso ordine con cui apparivano nei registri originali, e Roberto Barducci si mise a controllare i tabulati sugli originali archivistici. Egli poté fare molte correzioni nei dati, completare la codificazione di quei registri che Herlihy non era riuscito a finire, e trovare fonti alternative per colmare le lacune lasciate nei Giornali delle Tratte e nei registri della Mercanzia. Le correzioni tornavano a Providence e venivano entrate nei master-files. Herlihy aveva di già cominciato a riempire i nomi mancanti dei Gonfalonieri di Giustizia e dei Priori dal priorista compilato e pubblicato da Rastrelli [Modesto Rastrelli, Priorista fiorentino istorico, Firenze, 1783]. Noi abbiamo controllato tutti i nomi presi dal Rastrelli con il Priorista di Palazzo (un originale ed ufficiale registro dei nomi dei membri della Signoria , oggi consultabile in microfilm all’Archivio di Stato), e corretto qualche errore fatto dal Rastrelli (nonostante che i numeri di registro nell’archivio-dati ancora si riferiscano al Rastrelli [RNUM 0222-0224 essendo le tre parti del Rastrelli, e RNUM 0001 il Priorista di Palazzo]).

 

Un’importante rinuncia : bisogna d’acchito riconoscere che questa non è un’edizione integrale dei Giornali delle Tratte, dei prioristi e degli altri registri archivistici sui quali i dati sono basati. I nomi nei registri appaiono in forma latina, mentre Herlihy, seguendo la lunga tradizione di tradurre in italiano i nomi in forma latina del Rinascimento fiorentino, ha così operato, e noi ne abbiamo seguito l’esempio. Nello stesso modo si è comportato con le occupazioni e i luoghi di origine (nonostante che noi abbiamo riportato molti titoli di occupazioni nella loro forma originale). Si può vedere nel talloncino visibile sulla prima pagina del sito Web il nome “Zanobius Benedicti Carocci de Strozzis”, che invece appare nell’archivio-dati come “Zanobi [di] Benedetto [di] Caroccio Strozzi”. La differente ortografia italiana dei nomi e dei cognomi usati da differenti codificatori è stata standardizzata. Dopo aver usato gli archivi informatici, si deve ammettere che una tale analisi (in pratica il vantaggio tratto da un simile archivio) sarebbe stata impossibile senza qualche giudiziosa standardizzazione dei nomi. Ci sono comunque ulteriori informazioni sul trattamento  dei nomi nell’apposita Nota dei nomi. Altre informazioni nell’archivio si  presentano in forma di codici numerici, il cui significato è stato anch’esso puntualmente controllato. Seguendo la pratica di Herlihy, le date sono state adattate all’uso moderno di fare cominciare l’anno il primo gennaio. Le date di entrata in ufficio tratte dai prioristi dopo il 1343 sono state adattate in modo da corrispondere con quelle dell’elezione riportate dai Giornali delle Tratte, effettuate negli ultimi giorni del mese precedente quello dell’entrata in carica, e non con l’inizio della carica stessa. La designazione delle borse (arti maggiori, borsellino, arti minori) sono state edite con una certa ampiezza quando c’erano lacune nei Giornali o nei registri della Mercanzia, sempre che  la borsa da cui veniva estratto l’incaricato rientrasse nel sistema consuetudinario della distribuzione degli uffici. Abbiamo controllato i dati attentamente, valutando la coerenza interna. Qualche errore di codificazione, controllo e pubblicazione ovviamente rimane, ma le discordanze a questo punto non possono che riflettere le ambiguità espresse dai registri originali.

 

In ogni caso si deve ammettere che questo archivio di dati non è una risposta finale ai problemi presentati dai nomi fiorentini e dalle cariche d’ufficio. Ci sono molte ambiguità nei registri originali che non abbiamo tentato di risolvere, ma lo stesso speriamo che l’analisi informatica resa possibile con l’archivio-dati permetta ai ricercatori di fare le proprie ipotesi e valutazioni (che possono essere migliori delle nostre). Infatti si possono scaricare i dati dal master file ed elaborarli ulteriormente per le proprie ricerche. Inoltre si può sempre ricorrere ai registri originali d’archivio per risolvere le incertezze, usando la collocazione del registro e il numero di pagina forniti per ciascun caso.

 

Il grado di completezza dei dati . (La tavola allegata mostra le collocazioni dei registri dell’Archivio di Stato che sono stati usati per compilare le tre serie, e le date e il numero di casi presi da ciascuna.)

 

I Tre Maggiori . L’archivio-dati non è del tutto completo. Le registrazioni dei Giornali delle Tratte cominciarono nel dicembre 1345. I nomi dei Gonfalonieri di Giustizia, Notai e Priori prima del 1345 sono stati presi dai prioristi, e quindi i nomi degli uomini “veduti” ma non “seduti”  in ufficio fra il 1282 ed il 1345 sono completamente assenti. Nonostante che i Buonuomini e i Gonfalonieri di Compagnia esistessero anche in precedenza, la prima serie continuativa degli uomini “seduti” in questi uffici (contenuta nel Priorista di Palazzo) si estende dal 1329 al 1342. Dopo il 1345 la sola fonte continuativa per i nomi degli uomini selezionati ai due Collegi è costituita  dai Giornali delle Tratte. Comunque ci sono lacune anche nei Giornali (per gli anni 1348-49 e per alcuni anni del periodo 1355-1404) o pagine mancanti dai volumi (di solito la prima o le ultime pagine dei registri molto estesi) nel quattordicesimo o nei primi anni del quindicesimo secolo. Per i  periodi nei quali il materiale dei Giornali è mancante, si è potuto sopperire  soltanto per i nomi dei Gonfalonieri di Giustizia, dei Notai e dei Priori, ma non ovviamente per quelli dei Collegi, altrove assenti. Poi, per di più,  tra l’agosto 1497 e l’ottobre 1512, il periodo del Consiglio Maggiore, le Tratte furono sospese, e noi abbiamo dovuto cercare i nomi da altre fonti, così che i nomi “selezionati” ma non seduti sono ancora mancanti. L’archivio-dati è virtualmente completo, in ogni caso, per il quindicesimo secolo e per gli anni 1512-1532. (La tavola allegata mostra per quali periodi sono presenti lacune riguardo i Tre Maggiori.)

 

Infine, David Herlihy codificò i nomi in modo selettivo sia dai Giornali delle Tratte che dai registri della Mercanzia, tanto da escludere un’intera categoria di uomini “veduti” ma non “seduti” in ufficio. Un largo numero di nomi veniva respinto dall’accesso all’incarico dietro il motivo di un “Divieto generico” (RDRAW codice ‘02’), cioè per una ragione non specificata nei registri dei Giornali. In genere poteva significare che l’individuo in questione era rigettato perché: 1) egli era già seduto in un altro ufficio, 2) egli aveva avuto un ufficio troppo recentemente, o 3) un membro della sua più stretta famiglia era contemporaneamente in carica. David Herlihy incluse sistematicamente uomini con tale particolare Divieto  per il registro 595 delle Tratte (1376-1381), ma in seguito se ne interessò  soltanto occasionalmente. Ciò è avvenuto probabilmente perché queste estrazioni, anche se numerose, non aggiungevano un significato particolare all’archivio-dati (gli individui in questione non erano né minori, né fiscalmente insolventi, né assenti, o morti, ecc.) La gestione delle borse da parte degli accoppiatori avveniva prima delle estrazioni registrate nei Giornali, così non si ricavavano da esse  neppure particolari considerazioni politiche.  Stimiamo che nel 1430, per i Tre Maggiori, qualcosa come 300 di tali estrazioni (forse 30.000 per l’intero archivio-dati) possano essere state omesse dal file, incremetando quindi il numero delle registrazioni complessive per quell’anno dalle presenti 887 alle circa 1200 reali. Nonostante che inizialmente sperassimo di aggiungere questi casi mancanti, abbiamo infine concluso che David Herlihy abbia agito bene nel tralasciarli. In ogni caso, non abbiamo rimosso dal file quei casi con il RDRAW codificato come 02 che già vi fossero stati immessi; così 836 casi restano nei Tre Maggiori e 391 nelle elezioni delle Arti, che potranno servire da campioni per un ulteriore analisi di questa situazione.

 

Elezioni delle Arti . A partire dal dicembre del 1393, la Mercanzia registrava i risultati delle elezioni dei magistrati della stessa Mercanzia e dei consoli di 20 delle 21 arti (le elezioni dell’Arte dei Giudici e Notai non erano controllate dalla Mercanzia e, ad eccezione di un’elezione nel 1393, esse sono del tutto mancanti dall’archivio-dati). I registri dell’Archivio della Mercanzia (“Tratte dei consolati delle arti”) non sono sopravvissuti integralmente. Dei circa diciannove volumi di elezioni fra il 1393 e il 1538, che dovevano essere originariamente presenti, cinque non sono sopravvissuti. Ci sono di conseguenza delle lacune nei dati. I risultati delle elezioni sono completi dal dicembre 1393 all’agosto 1421, dall’agosto 1429 al dicembre 1443, dall’agosto 1465 all’aprile 1474, e dall’aprile 1480 al dicembre 1497. Non abbiamo codificato materiale dopo questa data, anche se siamo riusciti invece a colmare la lacuna degli anni 1433-34, mancanti dal registro 83 della Mercanzia, grazie al registro 109 (“Bastardello di Tratte”). I registri della Mercanzia continuano, dopo un’altra lacuna fra gli anni 1498 e 1507, fino alla fine delle Repubblica. Per gli anni mancanti del quindicesimo secolo, forse si potrebbero, con alcune ricerche,  trovare fonti per individuare i “seduti” del magistrato della Mercanzia, ma è dubitabile che si possa reperire un ampio spettro di nomi per le altre arti.

 

Registrazioni delle nascite . La legislazione del 1429 richiedeva che tutti gli individui aspiranti ad un incarico d’ufficio presentassero ai Conservatori di Legge una dichiarazione della loro data di nascita. Le dichiarazioni originali, che potessero inizialmente trovarsi nell’Archivio dei Conservatori di Legge, non esistono più da tempo. I registri contenuti nell’Archivio delle Tratte sono poderose compilazioni alfabetiche fatte dagli ufficiali addetti per uso interno al tempo delle estrazioni. Ciò fa di questi registri un qualcosa di davvero difficoltoso da usare, dal momento che alcuni sono copie più o meno complete di altri, e che al loro interno esiste qualche discrepanza nel complesso delle informazioni fornite. Dopo il 1457, in alcuni registri che sembrano i più originali e lungi dall’essere mere compilazioni, erano inclusi sia la data della registrazione della nascita, che  il nome del notaio che l’aveva stesa. Un altro problema sorge dal fatto che alcuni individui registravano la loro data di nascita più di una volta, e in qualche caso con lievi variazioni nell’informazione fornita. Molti individui (circa il 30 per cento del totale che era registrato) mai tenne un incarico—essi possono essere morti o aver lasciato la città prima di raggiungere l’età richiesta.. Per evitare confusione, abbiamo rimosso puntualmente dall’archivio-dati le registrazioni di nascita doppie (circa 400 records), lasciando le datazioni più vecchie; comunque le registrazioni con informazioni variate sono state lasciate. Al presente valutiamo che il file possieda date di nascita per circa l’80 per cento degli individui che ottennero uffici dopo gli inizi del quindicesimo secolo.