Nota sugli archivi informatici di David Herlihy.

R. Burr Litchfield, Brown University


Fin dal suo primo libro Pisa in the Early Renaissance (1958), David Herlihy applicò un metodo di ricerca storica che era già confacente all’analisi informatica. La “storia seriale” (così detta dagli Annalisti francesi) prende in considerazione serie di documenti archivistici, che forniscono informazioni omogenee su individui attraverso registri notarili in successione cronologica, liste di imposizioni catastali, registrazioni di nascite, matrimoni e morti, inventari di estratti agli uffici pubblici. L’analisi sistematica di queste registrazioni permette l’inquadramento degli individui secondo determinate categorie e la conseguente configurazione delle strutture sociali e dei destini collettivi. David non fece uso di computer nel suo primo libro su Pisa , né sul suo secondo libro Medieval and Renaissance Pistoia (1967). A quel tempo anche gli storici più avanzati raramente seguivano l’uso delle carte perforate e dell’ordinatore a schede.

Ben presto, dopo il suo trasferimento all’Università del Wisconsin nel 1964, David divenne un entusiastico utilizzatore del computer. Fu in questo periodo che egli concepì il progetto di analizzare l’intero contenuto del Catasto Fiorentino del 1427-29, l’archivio sopravvissuto della tassa sulla ricchezza, imposta dalla Repubblica di Firenze sulla città e sui territori toscani soggetti. Fernand Braudel, dell’Ecole Pratique des Haute Etudes di Parigi, offrì alla gigantesca impresa il supporto e la collaborazione di Christiane Klapisch-Zuber. Di conseguenza, alle Università di Harvard e di Brown, David continuò a lavorare metodicamente fino all’anno della sua morte, nel 1991, mentre era  Presidente dell’Associazione Storica Americana, facendo aggiunte ed analizzando gli archivi di dati informatici tratti dal Catasto e dalle altre fonti che denotano i suoi ultimi lavori. [1]

Chiunque usi un computer per la ricerca storica, sa che i dati accumulati possono risultare utili ad altri studiosi, dopo la pubblicazione del lavoro iniziale tratto da essi. Il Catasto Fiorentino è uno dei più importanti e basilari documenti per la storia sociale di Firenze nel Rinascimento, in quanto fornisce significative informazioni sulla maggior parte degli abitanti della città. Scopo di questa nota è quello di fornire qualche delucidazione sulla codificazione del Catasto operata da David, riflessa nella Nota dei codici dell’archivio dei dati del Catasto di Firenze del 1427-29, compresa in questa pagina Web. I materiali tratti dall’Archivio di Stato di Firenze , che formano la base dell’archivio di dati del Catasto, sono descritti esaurientemente in Les Toscans et leurs Familles, e più sommariamente nella versione inglese ridotta di questo lavoro: Tuscans and their Families. Chiunque faccia uso dei dati tratti dal Catasto dovrebbe studiare attentamente queste opere. La Nota dei codici mostra come i dati inclusi nel Catasto in rete siano un sunto di quelli contenuti in Les Toscans et leus Familles, ed anche l’insieme completo contenga soltanto una parte delle informazioni disponibili nei registri originali del Catasto, posseduti dall’Archivio di Stato di Firenze. Il Catasto in rete offre un sunto della ricchezza di ciascuna delle famiglie tassate nella città, con nomi e informazioni sui capi-famiglia e sul numero totale dei componenti la famiglia (bocche). Esso rispecchia le dichiarazioni iniziali d’imposta del 1427, più le addizioni e gli aggiustamenti fatti nel 1428 e 1429. Il database è congeniato in modo da potersi interrogare per nome di famiglia, primo nome e patronimico del capo-famiglia. L’insieme completo dei dati usato in Les Toscans et leurs Familles fornisce informazioni sia per la città di Firenze che per le altre città soggette, compresi i loro distretti. Esso include anche il sesso, l’età, la posizione rispetto al matrimonio, la relazione con il capo-famiglia per ciascun membro subordinato della famiglia (nonostante che i nomi di questi ultimi non venissero inclusi). L’informazione per i membri subordinati della famiglia è stata omessa dal Catasto in rete, a causa delle difficoltà nel gestire un formato non rettangolare di dati, nel quale i dati per tali individui fossero inizialmente codificati. Ma tale informazione può essere ricavata dalla versione dei dati catastali distribuita da Data and Program Library Service dell’Università del Wisconsin [2]. I documenti originali del Catasto, specificatamente i volumi dei Campioni nell’Archivio di Stato di Firenze , contengono certamente molte ulteriori informazioni che non furono codificate da David Herlihy e Christiane Klapisch.Zuber. Questi documenti forniscono i nomi degli individui, così come più dettagliate informazioni sulla ricchezza delle famiglie ed altre notizie. Il numero del volume e quello della pagina dei resoconti individuali nei Campioni sono comunque disponibili nel Catasto in rete, in modo da assecondare i ricercatori nell’uso dei documenti originali. I Microfilm del Catasto possono essere utilizzati non soltanto in Firenze, ma anche alla Memorial Library dell’Università del Wisconsin (Madison, Wisconsin), al Center for Research Libraries in Chicago, e alla Widener Library all’Università di Harvard in Cambridge, Massachusetts. [3]

I ricercatori hanno quindi accesso sia a versioni utilizzabili degli archivi informatici dei dati catastali, sia ai microfilms dei documenti originali, dai quali gli stessi archivi informatici sono stati tratti.

Gli utenti del Catasto in rete dovrebbero comunque essere al corrente di qualche caratteristica particolare dell’archivio dei dati. Il Catasto è un documento storico contraddistinto da molte eccentricità, e codificare i dati per l’analisi informatica ha posto ulteriori problemi d’interpretazione. La maggior parte di questi problemi sono discussi in Les Toscans et leurs Familles. Si dovrebbe ricordare che mediante Internet sarà possibile probabilmente stampare certa documentazione del Catasto in rete per le proprie relazioni, specialmente La Breve nota dei codici e la Lista dei nomi di famiglia che si trovano nel Catasto. Due tipi generali di considerazione dovrebbero essere tenute a mente da chi si accinge all’esplorazione iniziale dei dati:

1. La variabile Series (Serie) evidenzia alcune differenziazioni. Essa distingue infatti se la registrazione sia l’originale dichiarazione della ricchezza presentata nel 1427 (9.780 famiglie in Firenze ), o sia una delle registrazioni aggiunte, o modificate, nel 1428 (101 famiglie) o nel 1429 (123 famiglie). Se si desidera una rappresentazione istantanea di Firenze , si dovrebbe limitare la ricerca al 1427 (Series=1). I dati del 1428 (Series=2) e del 1429 (Series=3) talvolta duplicano, o semplicemente correggono, la registrazione iniziale. Per esempio, Filippo di Tommaso Alberti presenta la sua dichiarazione fiscale tre volte, in ciascuno dei tre anni, limitandosi a piccoli aggiustamenti nella valutazione della sua proprietà. La variabile Series interferisce anche nel calcolo della popolazione di Firenze . Qui ci si dovrebbe limitare chiaramente alle dichiarazioni del 1427, ma anche in questo caso occorre prudenza. Assommando il totale della variabile Bocche, per esempio, si arriverebbe per Firenze, nel 1427, alla popolazione totale di 38.269 individui, mentre Les Toscans et leurs Familles (p. 183) parla per quell’anno di 37.144 persone. Una tale discrepanza fra le due fonti deriva dalla saggia esclusione dal totale, voluta da Herlihy e dalla Klapisch, dei bambini nati dopo il 1427, che venivano aggiunti alle dichiarazioni originali del 1427, invece che a quelle successive, e degli individui assenti da Firenze per ragioni commerciali, o di altra natura, nonostante che le loro proprietà fossero conteggiate nel Catasto. Non tenendo conto di tali esclusioni, le due versioni del numero della popolazione coincidono.

2. Bisogna anche considerare la presenza, all’interno dell’archivio di dati, di certe incongruenze nell’interpretazione dei documenti originali del Catasto, ed anche di alcune problematiche codificazioni dei dati stessi. Per esempio, nomi di famiglia, nomi propri e patronimici non erano del tutto standartizzati nella codificazione e si interrompevano oltre le dieci lettere,  Per rendere più facile l’identificazione dei nomi di famiglia abbiamo posto in appendice una Lista dei nomi di famiglia trovati nel Catasto, per quel 37% di famiglie che portavano un nome. Risulta chiaro che anche fra queste ultime qualche nome di famiglia non corrisponda proprio al cognome, ma piuttosto derivi dalla distorsione fonetica  della professione o di altre caratteristiche. Per esempio, il primo nome che appare nella lista dei nomi di famiglia, “ACCANTASAN”, sembra riferirsi a qualcuno che viva accanto ad una chiesa. Il secondo nome, “ACCATTAFAN”, vuol forse indicare che quell’individuo era un mendicante. Si nota dalla terza e dalla quarta registrazione che il nome di famiglia generalmente conosciuto più tardi come “ACCIAIUOLI”, compaia invece nel Catasto con due diverse accessioni: “ACCIAIOLI” (7 casi) e “ACCIAUOLI” (1 caso). Le schermate della ricerca, comunque, permetteranno di condurre un’indagine combinata per ambedue le versioni (Family_name=ACCIAIOLI  [or]  Family_name=ACCIAUOLI). Si cercherebbe vanamente l’architetto Filippo Brunelleschi, cercando fra i nomi abbreviati delle famiglie “BRUNELLESC”. Ma cercando fra gli individui con il codice 19 (Miscellanea) della variabile Trade (Occupazione), mediante la quale,  si può trovare in effetti un individuo il cui nome era codificato dal Catasto come “FILIPPO”, ed il cui Patronymic (Patronimico) era registrato come “BRUNELLESC” (appunto l’architetto che stiamo cercando). Può essere che il suo nome appaia nel Catasto in questo modo. Ugualmente, gli antenati di Michelangelo Buonarroti non appaiono nel Catasto sotto “BUONARROTI” (nome che vanamente cercheremmo), ma invece sotto il nome di famiglia di “SIMONI” (che, in effetti, era il loro nome in quel tempo). Il nome di Cosimo de’ Medici non appare in questa versione del 1427 del Catasto. Ciò si spiega perché Cosimo era elencato come membro subordinato della famiglia del Padre (Giovanni di Bicci de’ Medici), e perciò è conteggiato fra le 10 Bocche della portata paterna.

Altri problemi emergono con le attività connesse alla variabile Trade (Occupazione), dove molti titoli di lavori individuali venivano raggruppati in un piccolo numero di codici.. Riguardo alla ricchezza, il Taxable (l’imponibile-cioè: i beni totali meno le deduzioni) dell’uomo più ricco di Firenze, Palla di Nofri Strozzi, viene espresso nell’archivio dei dati con la somma di 99.999 fiorini, invece di 103.306, che sembrerebbe logicamente quella reale, estrapolando le partite della sua portata, probabilmente perché sono disponibili soltanto cinque cifre per codificare le deduzioni – e Palla di Nofri Strozzi era la sola persona in città ad avere beni il cui valore superasse quella grande somma.

Noi non abbiamo tentato di correggere tali incongruenze nell’archivio informatico del Catasto in rete, ma ne indichiamo soltanto l’esistenza, così come consigliamo gli utenti ad esercitare attenzione ed accortezza nella loro ricerca. Solamente il ricorso ai registri originali del Catasto, con l’aiuto dei numeri del volume e della pagina forniti nel Catasto in rete, consente allo studioso di risolvere definitivamente questi casi incerti.