Antisemitismo

Gli ebrei, come gli arabi, erano considerati dai più nemici della cristianità, dal momento che non sottostavano ai precetti della dottrina cristiana. Spesso venivano assimilati agli eretici e venivano associati a idee di sporcizia, puzzo, putrefazione e intemperanza sessuale, considerate minacce per il buon cristiano. Da alcuni erano ritenuti responsabili, attraverso la pratica della stregoneria, dell'epidemia di peste della fine del XIV secolo e dell'avvelenamento dei pozzi in Francia nel 1321. In base a tali immaginose concezioni, eretici, ebrei e lebbrosi erano figure intercambiabili: avevano le stesse qualità e rappresentavano la stessa minaccia; attraverso di loro il diavolo operava per sovvertire l'ordine cristiano e portare il mondo al caos.

È interessante notare che Boccaccio non attribuisce tali riprovevoli caratteristiche ai personaggi ebraici della Prima giornata. Nella seconda novella Boccaccio dimostra anzi grande simpatia per Abraam giudeo, al quale attribuisce gli aggettivi di diritto, leale, valente, savio e buono. Nella novella successiva si incontra un altro ebreo nobile e generoso, Melchisedech, personaggio già noto in Europa grazie alle Cento novelle antiche (73) e ad altre raccolte medievali. L'ammirevole mancanza di pregiudizio di Boccaccio, particolarmente incoraggiante dato il clima culturale e i devastanti effetti della peste in Toscana, è da considerarsi tuttavia un'eccezione.

Ci sono infatti numerosi esempi di rappresentazione negativa degli ebrei in numerose altre opere del periodo. Con modalità che sembrano ricordare il tono impietoso dei versi di Gonzalo de Berceo (c.1198-c.1264) nell'opera Milagros de Nuestra Señora, Chaucer mostra un evidente antisemitismo (nel racconto della Priora) nella narrazione del martirio di un giovinetto da parte di ebrei malvagi. La fonte principale per lo Shylock di Shakespeare è da cercare invece nel Pecorone (IV.1) di Ser Giovanni Fiorentino (c. 1390), opera in cui un usuraio ebreo riceve il pagamento in natura invece che in danaro. Sacchetti, che in molti casi segue il modello del Decameron con grande fedeltà, riduce la rappresentazione degli ebrei a semplice espediente umoristico nelle novelle 24, 190, 218 e 219 del suo Trecentonovelle 

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(M.P. & G.M.) Tratto, con riadattamenti, da R. J. Clements e J. Gibaldi, Anatomy of the Novella. The European Tale Collection from Boccaccio and Chaucer to Cervantes, New York, NYUP, 1977, e da R. I. Moore, The Formation of a Persecuting Society: Power and Deviance in Western Europe, 950-1250, Cambridge, Blackwell, 1987.

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