Breve rassegna storica del sistema elettorale fiorentino
Tre Maggiori | Registrazioni delle nascite | Elezioni delle Arti | Bibliografia |
I Tre maggiori (Serie 05). I Tre Maggiori, i più alti uffici esecutivi della Repubblica fiorentina, erano formati dal Gonfaloniere di Giustizia e dai Priori (assistiti da un notaio), e da due consigli consultivi: i Buonuomini e i Gonfalonieri di Compagnia. Il Gonfaloniere di Giustizia e i Priori venivano chiamati la “Signoria”; i due consigli consultivi i “Collegi”. L’iter legislativo era iniziato dalla Signoria, discusso in consultazione con i Buonuomini e i Gonfalonieri di Compagnia, e poi, in certi casi, approvato oppure rigettato dal Consiglio generale del Popolo o dal Consiglio del Comune. In alcune circostanze speciali Balie temporanee elette ad hoc, i cui membri comprendevano gli uomini correntemente eletti ai Tre Maggiori, ma anche molti altri, venivano incaricate di trattare materie di particolare peso e significato politico.
1282 -- Giugno. Furono eletti i primi tre priori (Priori delle Arti): Bartolo di Iacopo Nardi (dell’Arte di Calimala e del Sestiere di Oltrarno), Rosso Bacherelli (Arte del Cambio, Sestiere di S. Piero Scheraggio), e Salvi di Chiaro Girolami (Arte della Lana, Sestiere di S. Pancrazio). I precedenti governi della città erano stati per la maggior parte nobili. In agosto il numero dei priori aumentò a sei (in rappresentanza di diverse arti e di ciascuno dei sei Sestieri della città). I Priori erano eletti con vari metodi, ma almeno inizialmente per cooptazione in consultazione con i Priori uscenti, i Savi e i Consoli delle Arti Maggiori.
1293 – Dal novembre 1292 fino alla primavera del 1293: “Ordinamenti di Giustizia”. Questi ultimi definirono ulteriormente i più alti uffici e affrancarono qualcuna delle Arti Minori. Essi difesero i caratteri “Guelfi” del regime escludendo i nobili (“magnati”, spesso “Ghibellini”) dall’accesso alle cariche. Un settimo priore apparve come Gonfaloniere di Giustizia (“vexillifer iustitiae”), con il compito di eseguire le sentenze giudiziarie pronunciate dal Podestà (ufficiale giudiziario principale—sempre forestiero) e di assumere la guida della milizia delle arti.
1293 – Febbraio. Primo Gonfaloniere di Giustizia: Baldo Ruffoli del Sestiere di Porta del Duomo. Egli è conosciuto (secondo il Davidsohn) per essere stato un protetto di Giano della Bella, il cui nome è spesso associato agli Ordinamenti di Giustizia e che era uno dei Priori nominati nel febbraio 1293.
La costituzione fiorentina si avviò a farsi decisamente stabile. Comunque, le circostanze politiche influenzarono l’elezione dei Tre Maggiori in molti e significativi punti. Le politiche fiorentine del quattordicesimo secolo furono influenzate dalle contese interne e dai rapporti internazionali, e da un raffinamento del processo elettorale. (Per una esauriente e dettagliata discussione dello sviluppo del sistema politico nel quattordicesimo secolo, vedi John M. Najemy, Corporatism and Consensus in Florentine Electoral Politics, 1280-1400. [Chapel Hill: University of North Carolina Press, 1982].)
1301 – Nella continua lotta fra i Guelfi “Bianchi” (Cerchi) e “Neri” (Donati), Corso Donati (sostenuto dalle truppe di Carlo di Valois) entrò in città in ottobre, liberò i prigionieri, attaccò il Palazzo della Signoria ed impose il 7 novembre l’elezione di una Signoria alternativa (tutta “Nera”), che rimase in carica fino all’entrata in ufficio della successiva, regolarmente eletta il 15 dicembre. Quindi nel novembre del 1301 ci furono due liste di priori. I “Bianchi” non tornarono al potere. Dante Alighieri (che aveva servito una volta come priore) fu esiliato da Firenze nel 1302 nel pieno della crisi.
1304 e 1313-16 – Come risposta alle ulteriori lotte civili il gruppo al potere prese la precauzione di raddoppiare quasi il numero dei priori nelle elezioni del febbraio e dell’aprile 1304, fra le elezioni dell’aprile 1313 e quelle dell’agosto 1314, e in quelle dell’ottobre e del dicembre del 1316. Perciò in questo periodo troviamo un numero doppio di priori.
1328 – Una riforma del sistema elettorale stabilì che l’elezione per gli uffici più importanti dovesse effettuarsi per sorteggio (estraendo a caso da borse: la Tratta, al plurale le Tratte) dopo periodici scrutini preventivi dei candidati eleggibili. Nonostante che i dodici Buonuomini (due per ciascun Sestiere – dal 1321) e i diciannove Gonfalonieri di Compagnia (portabandiera della milizia urbana – quattro dal Sestiere di Oltrarno e tre da ciascuno dei rimanenti Sestieri -- dal 1304-06 circa) esistessero da prima, la prima lista di nomi del Priorista di Palazzo (registrazione ufficiale dei membri della Signoria) per i Gonfalonieri di Compagnia è disponibile a partire da quelli entranti in ufficio il 7 dicembre, e per i Buonuomini da quelli entranti il 12 dicembre 1328.
1343 – Successivamente al tentativo di Gualtieri di Brienne (il cosiddetto Duca d’Atene) di assumere la Signoria di Firenze (dal settembre 1342 fino al luglio 1343), il gruppo che lo destituì varò una riforma del sistema di selezione per i più alti incarichi. In agosto, quattordici Riformatori sotto la guida del vescovo di Firenze, Agnolo Acciaioli, rimossero senza indugio la proibizione dell’accesso alle cariche nei confronti dei “magnati” (“grandi”). I nomi del consiglio consultivo eletto in quel mese in sostituzione dei Buonuomini assommavano quattro “grandi” (Bartolo di Iacopo Bardi, Domenico di Iacopo Cavalcanti, Nepo di Doffo Spini e Beltrame Pazzi) a quattro “popolani” (Adovardo Belfredelli, Francesco di Lotto Salviati, Piero di Feo e Piero Rigaletti).
I Riformatori ristrutturarono la città dai sei Sestieri esistenti in quattro Quartieri, più adatti questi ultimi a contenere l’espansione della popolazione verso il terzo cerchio di mura, costruito di recente. Il Sestiere di Oltrarno divenne il quartiere di S. Spirito, il Sestiere di S. Piero Scheraggio e un terzo di quello di S. Piero Maggiore si trasformarono nel quartiere di S. Croce, i Sestieri di S. Trinita e di S. Pancrazio composero il quartiere di S. Maria Novella, e il Sestiere di Porta del Duomo e due terzi del Sestiere di S. Piero Maggiore dettero vita al quartiere di S. Giovanni.
La soluzione adottata per il nuovo sistema di selezione dei priori riservò un posto sicuro ai “grandi”. Nell’elezione di dodici priori nell’agosto del 1343, uno per ciascun quartiere fu scelto fra i “grandi, e due fra i “popolani”. Ma i “grandi” priori furono espulsi dalla città il 22 settembre e la contro-soluzione adottata dai rimanenti priori “popolani” dall’agosto fino alla successiva elezione dei priori (ottobre 1343) avviò un sistema destinato a continuare: il Gonfaloniere di Giustizia e il Notaio, otto Priori (due per ciascun quartiere), esclusione dei “grandi” dalle cariche degli uffici, elezione dei priori sia dalle Arti Maggiori che da quelle Minori (in differenti, ma variabili proporzioni). La distribuzione dell’ufficio fra diverse Arti fluttuò durante gli anni ’40 e i primi anni ’50. Il numero dei Buonuomini rimase di dodici dopo la riforma del 1343, ma il numero dei Gonfalonieri di Compagnia fu ridotto da 19 a 16, nel rapporto di uno per ciascuno dei quattro Gonfaloni componenti ciascun quartiere. (Nessun nome di regolari Buonuomini fu registrato nel Priorista di Palazzo o nei Giornali delle Tratte tra l’elezione del maggio del 1342 e il giugno 1346, o dei Gonfalonieri di Compagnia fra il luglio 1342 e il dicembre 1345.)
Cambiarono anche le date d’ingresso in ufficio. Se in precedenza il Gonfaloniere di Giustizia, il Notaio e i Priori cominciavano il loro periodo di due mesi il 15 del mese, adesso essi sarebbero entrati in carica il primo giorno del mese successivo all’elezione: gennaio, marzo, maggio, luglio, settembre e novembre. I Gonfalonieri di Compagnia cominciavano il loro periodo di quattro mesi il 7 del mese seguente a quello delle elezioni: gennaio, giugno e settembre. I Buonuomini invece cominciavano il loro periodo di tre mesi il 15 (dicembre, marzo, giugno e settembre) ed erano estratti intorno al 12 di quello stesso mese. In un dato anno il primo termine dell’entrata in carica per Gonfaloniere di Giustizia, Notaio e Priori, e per i Gonfalonieri di Compagnia cominciava nella prima settimana di gennaio dopo la loro elezione negli ultimi giorni di dicembre del precedente anno; il primo termine per i Buonuomini per quello stesso anno cominciava il 15 dicembre del precedente anno. (Nonostante che secondo il calendario fiorentino, in uso fino al 1751, l’anno cominciasse il 25 marzo, il primo termine degli incarichi per un anno cominciava nondimeno in dicembre-gennaio, quando l’intero complesso degli uffici cambiava contemporaneamente).
1348 – La Morte Nera decimò così radicalmente la popolazione di Firenze, che le borse dello scrutinio del 1343 dovettero essere aperte e i nomi letti a voce alta per verificare chi fosse ancora tra i viventi, e nuove borse furono create (Borsa vecchia, Borsa dei Morti, Borsa nuova). Prima del 1348 la popolazione di Firenze poteva aver raggiunto all’incirca i 100.000 abitanti; in seguito essa fluttuò intorno ai 50.000, con forse 20.000 in meno nel tardo Trecento e nel primo Quattrocento, e forse 20.000 in più nel tardo Quattrocento e nel primo Cinquecento.
Scrutini : Il primo passo per conseguire l’ufficio era quello di superare uno degli scrutini periodici dei candidati considerati eleggibili. I candidati dovevano essere iscritti ad una delle arti e (almeno inizialmente) esercitare un lavoro effettivo. Gli scrutini erano tenuti, e i nomi proposti poi votati, da speciali commissioni che avevano una composizione varia. Teoricamente, uno scrutinio veniva indetto all’incirca ogni cinque anni, ma, come ogni altro aspetto, anche quello relativo agli incarichi agli uffici implicava considerazioni di tipo politico. Poteva infatti essere di grande vantaggio per il gruppo al potere procrastinare l’organizzazione di uno scrutinio e la creazione di nuove borse. Comunque, una crisi politica generalmente sollecitava un nuovo scrutinio.
Estrazioni e divieti : Le borse contenenti le cedole con il nome erano tenute sotto chiave nella sacrestia della Basilica di Santa Croce. La cassetta in cui erano conservate veniva portata nel Palazzo della Signoria e aperta in presenza del Gonfaloniere di Giustizia, dei Priori, dei Collegi e di altri ufficiali. Le estrazioni eseguite dal Notaio della Signoria (uno degli ufficiali amministrativi subordinati) cominciavano con il più vecchio gruppo di borse (un nuovo scrutinio non negava il diritto degli individui scrutinati precedentemente di aspirare agli uffici -- e le Borse più vecchie erano talvolta unite insieme). I nomi erano estratti e la loro corrente eleggibilità era così determinata. La pura e semplice estrazione iniziale significava che un uomo era stato “veduto”, ma questo non voleva dire che egli fosse anche “seduto” in ufficio. I divieti (proibizioni all’accesso alla carica) potevano scaturire dal fatto che un individuo aveva avuto un incarico di recente, oppure che un esponente della sua famiglia lo deteneva in quel momento. In modo crescente, via via che il sistema si sviluppava, i padri immettevano negli scrutini i loro figli minori, e l’individuo estratto poteva non raggiungere l’età richiesta per quell’ufficio. Inoltre, altri individui potevano essere assenti da Firenze, in arretrato con le tasse (speculo), o soggetti ad una grande varietà di condizioni. Ancora, l’individuo in questione poteva essere morto da quando il suo nome era stato posto inizialmente in una borsa. L’estrazione dei candidati considerati eleggibili continuavano fino a che il numero esatto degli incaricati era “seduto”.
Il nome degli uomini estratti agli uffici (“veduti” e “seduti”) erano registrati nei “Giornali” delle Tratte (la nostra fonte principale). Le entrate nei giornali cominciarono il 29 dicembre 1345, ma all’inizio non tutti i nomi furono inseriti ed inoltre c’erano alcune lacune negli stessi Giornali. Prima e dopo il 1345 abbiamo recuperato i vuoti della Signoria grazie al Priorista di Palazzo. Ma questo non è stato possibile per i due Collegi, essendo i Giornali l’unica loro fonte continuativa; ecco perché, soprattutto nel quattordicesimo secolo, per questi uffici sono rimaste delle lacune (vedi le “Notes on the coding and editing of the data file”). Comunque, per quanto ne sappiamo, non è restata per nessun altro sistema elettorale una fonte tanto antica e dettagliata, come quella contenuta nei Giornali delle Tratte.
1378 – Il tumulto dei “Ciompi”. La vana rivolta dei Ciompi, organizzata dalle Arti Minori e dagli uomini fuori dalle corporazioni (“scorporati”), mirava alla riduzione dell’assoluta prevalenza esercitata negli uffici dagli uomini delle Arti Maggiori. I turbulenti e sanguinosi eventi di quella estate si riflessero nell’identità degli uomini estratti ai Tre Maggiori. La nuova Signoria eletta il 26 luglio si evidenzia per le occupazioni inusuali attribuite al Gonfaloniere di Giustizia e ai Priori, poi per le sostituzioni fatte il 2 settembre, ed infine per l’elezione di una Signoria, sotto l’egida dei Ciompi in agosto/settembre, tratta da tre borse rappresentanti differenti tipi di arti: Arti Maggiori, Arti Minori e “Popolo di Dio” (i lavoratori non organizzati). Ancora si possono notare una frequente e particolare mortalità, nonché varie sostituzioni avvenute fra i Gonfalonieri di Compagnia nel 1378.
La distribuzione degli uffici (“distributio”) fra le Arti Maggiori e quelle Minori . Non soltanto gli uffici venivano rigorosamente distribuiti fra le differenti circoscrizioni urbane, ma un’ulteriore selezione veniva fatta in base all’appartenenza alle Arti Maggiori o Minori, determinando la creazione di differenti borse. Questa particolarità fu ben evidente durante gli anni ’40 e al tempo dei Ciompi, e i caratteri della distribuzione ebbero ulteriori sviluppi nelle due decadi seguenti al tumulto. Per quanto riguarda le implicazioni politiche del sistema elettorale, anche le arti vi contribuirono, mutando nella loro organizzazione, e venendo così a rappresentare non tanto lavori individuali economicamente distinti, quanto coalizioni politiche di attività (tra le Arti Maggiori i Medici e gli Speziali; tra le Arti Minori gli Oliandoli e i Pizzicagnoli). Dalla fine degli anni ’40 l’ufficio del Priorato era distribuito in modo che due degli otto priori per ciascuna elezione provenissero dalle Arti Minori; il resto da quelle Maggiori. La selezione del Gonfaloniere di Giustizia ruotava ogni volta secondo il quartiere, e il quartiere del Gonfaloniere ero lo stesso dei due priori provenienti dalla Arti Minori. Tale distinzione si evince dalle occupazioni riportate per i priori, e là dove i Giornali delle Tratte o i Prioristi non la rilevano, noi l’abbiamo invece aggiunta fra il 1350 e l’elezione dei priori nel 1378 (TPURS ’99’ vuol dire Arti Maggiori o “sconosciuta” e ‘03’ Arti Minori). La distinzione fra le borse è chiaramente indicata nei Giornali del 1378. Comunque, nelle due decadi dopo il 1378 (fino a quando nel 1399 i Giornali ripresero ad annotarla) il sistema continuò a svilupparsi, e perciò non è sempre certo da quale borsa gli individui venissero estratti, tanto che non abbiamo corretto il codice TPURS. Gli utilizzatori dell’archivio-dati dovrebbero saper dedurre l’arte alla quale appartenevano gli individui dalle loro occupazioni, quando riportate. Noi abbiamo colmato le lacune nel codice TPURS relativo alla Signoria per le Arti Minori dal 1399 fino alla fine della serie.
Pure, in forma continuativa all’incirca dal 1382, vennero fatte distinzioni fra Buonuomini e Gonfalonieri. Ciò implicò un più complesso sistema di rotazione, che, comunque, non venne annotato nei Giornali fino al settembre del 1406 per i Buonuomini, e fino al dicembre dello stesso anno per i Gonfalonieri di Compagnia. Non abbiamo aggiunto distinzioni per le borse mancanti prima del 1406, ma in seguito abbiamo colmato le lacune ritenute ovvie. Nel sistema di rotazione un quarto degli uomini scelti per ciascuna elezione provenivano dalle Arti Minori. Per i Buonuomini questo significava tre su dodici individui per ciascuna elezione (uno per ciascuno di tre quartieri), che comportava l’esclusione delle Arti Minori da un quartiere per ogni assegnazione (per l’elezione di dicembre S. Maria Novella, per marzo dell’anno successivo S. Giovanni, in giugno S. Spirito e in settembre S. Croce). Per i Gonfalonieri di Compagnia il sistema era ancora più complesso: in ciascuna elezione quattro uomini delle Arti Minori erano scelti per rotazione fra i quattro “gonfaloni” di ciascun quartiere (ad esempio: in S. Maria Novella,Vipera [codice 31] per una elezione, seguita da Unicorno [32] nella successiva, Leon Rosso [33] in quella dopo, ed infine Leon Bianco [34], poi di nuovo Vipera, e così via.).
Controlli elettorali . Un ulteriore problema nel sistema dell’estrazione per tratta, al di là di un’apparente, equa distribuzione degli uffici per circoscrizioni urbane e per gruppi di corporazioni, era quello di assicurare incaricati, o perlomeno uomini leali, al gruppo al potere. Già negli anni ’40 del Trecento venivano usati in certi casi gli “accoppiatori”, per preselezionare candidati prima dell’estrazione. Per conseguire tale scopo, fu adottato anche un altro mezzo, e cioè la selezione a favore delle Arti Maggiori della metà dei priori mediante uno speciale “Borsellino”, composto da artigiani “veri guelfi”, ritenuti leali verso il gruppo al potere – “quelli cittadini li quali paresse loro [la Signoria del 1387] che fossero molto confidenti allo Stato loro” -- come un cronista (Boninsegni) scrisse. Sembra che l’uso del Borsellino fosse cominciato all’incirca nel 1387, ma non fu annotato nei Giornali delle Tratte fino al 1404. Un’indicazione che gli uomini nel Borsellino fossero pre-selezionati è data dal fatto che nelle estrazioni per gli uffici riservati allo stesso Borsellino, prima che uno risultasse eletto (“seduto”), veniva “veduto” (codice 02) un numero inferiore di individui, rispetto alla borsa generale delle Arti Maggiori (codice 01). In sostanza la cerchia degli eleggibili era più ristretta. Comunque, nonostante questo vantaggio iniziale, anche gli uomini pre-selezionati avrebbero in seguito trovato lo sbarramento dei Divieti. Anche se lo troviamo con minor frequenza nei Giornali dopo il 1440, il Borsellino venne usato per tutto il quindicesimo secolo fino alla sospensione delle Tratte da parte del Consiglio Maggiore nel 1495. Dopo la restaurazione dei Medici nel 1512, esso non fu più annotato nei Giornali delle Tratte.
L’uso degli accoppiatori, benché non fosse attuato in tutti gli anni, fu un importante elemento del sistema elettorale nel quindicesimo secolo sotto il dominio dei Medici, e andò ben oltre la selezione di qualche priore attraverso il Borsellino. Per l’elezione d’ottobre nel 1403 e ancora per le elezioni d’ottobre del 1433 e 1434 (dopo il bando e poi appena dopo il ritorno di Cosimo de’ Medici) i nomi della Signoria mancano dai Giornali delle Tratte; perciò li abbiamo trascritti dal Priorista di Palazzo. Là dove emerge la lacuna c’è un’annotazione: “hic deficit prioratus”. Questo potrebbe indicare che gli uffici erano eletti a mano (cioè, in effetti, per nomina). (Il sistema del controllo elettorale sotto i Medici è approfonditamente discusso nell’opera di Nicolai Rubinstein, The Government of Florence under the Medici (1434-1494). [Second edition, Oxford: Clarendon Press, 1997].)
Registrazioni di nascita . (Serie 10). In conseguenza della crescente tendenza dei padri ad inserire negli scrutini i loro figli al di sotto dell’età richiesta, ed alle richieste di età per gli incarichi agli uffici, gli individui nati dopo il 1381 furono invitati nel 1429 a dichiarare la loro data di nascita ai Conservatori di Legge. Ci fu un’ulteriore legislazione sulla materia nel 1457. Le “approvazioni di età” dei Conservatori di Legge non esistono più; i registri dell’Archivio delle Tratte dai quali abbiamo estratto le “date di nascita” per la Serie 10 sono per la maggior parte elenchi alfabetici adibiti ad uso interno delle stesse Tratte al tempo delle estrazioni. Dopo il 1457 sono segnate anche le date di registrazione della nascita. Qualche individuo, al tempo della registrazione, fornì la propria età, piuttosto che la data di nascita esatta e qualche data di nascita era dichiarata retrospettivamente fino agli ’80 del Trecento. Dopo il 1457 le date di nascita di circa metà degli uomini giovani erano dichiarate prima che essi raggiungessero i 20 anni. Tre quarti di secolo prima la media di tali individui si aggirava sui 30 anni. Le dichiarazioni erano più numerose negli anni dello scrutinio. Per l’esattezza, molti individui dei quali furono registrate le date di nascita mai occuparono un ufficio.
1434 – Inizio del dominio dei Medici. Nel settembre del 1433 Cosimo di Giovanni de’ Medici, un oppositore del gruppo al potere capeggiato da Rinaldo di Maso degli Albizzi, fu arrestato e bandito da Firenze. Ciò provocò una crisi politica. La Signoria eletta nell’agosto del 1434, che entrò in ufficio il 1° settembre, indisse un’assemblea generale di cittadini, un “Parlamento”, che approvò la creazione di una Balia. Questa si riunì il 28 settembre, richiamò Cosimo il 29, poi esiliò Rinaldo degli Albizzi e qualcuno dei suoi seguaci. Ci fu di conseguenza un nuovo scrutinio di aspiranti agli uffici e vennero create nuove borse. I Medici esercitarono il loro dominio e la leadership su Firenze, occupando non molto spesso gli incarichi pubblici, come si può facilmente accertare dai registri delle Tratte. Alla morte di Cosimo de’ Medici (Pater Patriae), il 1° agosto 1364, gli successe come capo-famiglia suo figlio Piero (Il Gottoso), che morì il 3 dicembre. Egli fu seguito dal suo famoso figlio Lorenzo (Il Magnifico), che a sua volta spirò l’8 aprile del 1492. Il figlio di Lorenzo, Piero, fu espulso da Firenze nel novembre del 1494, in parte a causa degli errori diplomatici in cui incorse durante la crisi internazionale provocata dall’invasione dell’Italia da parte di Carlo VIII, re di Francia, che entrò in Firenze per breve tempo in quel mese.
1478 -- La cospirazione dei Pazzi. Un gruppo di cospiratori tentò di assassinare Lorenzo de’ Medici e suo fratello Giuliano in duomo, il 26 aprile del 1478. Lorenzo fuggì; Giuliano invece rimase ucciso. Iacopo di Andrea de’ Pazzi fu arrestato ed impiccato; il suo corpo fu profanato. L’elezione di nuovi Gonfalonieri di Compagnia il 28 aprile fu rimandata all’8 maggio. La cospirazione dei Pazzi probabilmente influenzò la creazione del Consiglio dei Settanta nel 1480, che assorbì alcuni dei poteri della Signoria; inoltre determinò il declino dell’influenza dei Tre Maggiori, che proseguì ulteriormente sotto il Consiglio Maggiore del 1494.
1494-1512 – Il Consiglio Maggiore. Nella reazione anti-medicea del novembre del 1494, un nuovo Parlamento e una Balia crearono il Consiglio Maggiore il 24 dicembre, un ingombrante consiglio con oltre 3000 membri (chiunque fosse stato eletto in precedenza ai Tre Maggiori, lui o un membro della sua famiglia, poteva parteciparvi). Il grande salone assembleare nel Palazzo della Signoria fu frettolosamente approntato per le sue riunioni. Il salone doveva essere inizialmente affrescato da Michelangelo e da Leonardo da Vinci; l’attuale decorazione fu commissionata dal duca Cosimo I de’ Medici a Giorgio Vasari negli anni ’60 del Cinquecento, quando fu eretto anche il soffitto della sala. In risposta all’incertezza dei tempi furono nominati nuovi accoppiatori, e il numero dei Gonfalonieri di Compagnia fu triplicato nelle elezioni del dicembre del 1494. La predicazione carismatica di fra’ Girolamo Savonarola, un frate domenicano di Ferrara diventato Priore del Convento di S. Marco nel 1490, influenzò ulteriormente la situazione politica. Egli fu infine arrestato, scomunicato, torturato, impiccato e bruciato sul rogo in Piazza della Signoria il 23 maggio 1498. Il quadro politico di Firenze venne inoltre complicato (fino agli anni Trenta del Cinquecento) dall’intervento della Francia e della Spagna nelle guerre d’Italia. Da questo periodo turbolento scaturì l’intensa discussione politica riflessa nelle opere di Niccolò di Bernardo Machiavelli (che mai fu tratto ai Tre Maggiori) e di Francesco di Piero Guicciardini (che servì una sola volta come priore).
Il Consiglio Maggiore sospese la selezione degli incarichi d’ufficio attraverso le Tratte e vi sostituì un sistema selettivo all’interno del Consiglio mediante Elettori (che erano ineleggibili agli uffici). Tale selezione cominciò nel maggio del 1495. Con la sospensione delle Tratte, anche i relativi Giornali cessarono presto di esistere; per cui abbiamo dovuto prelevare i nomi degli incaricati da altre fonti. Soltanto i nomi degli uomini “seduti” in ufficio sono reperibili fra il 1497 (quando i Giornali terminarono) e la restaurazione dei Medici nel settembre 1512, e per molti di essi. alcuni dettagli sono indisponibili
1502 – Piero Soderini “gonfaloniere a vita”. Nel tentativo di stabilizzare le politiche del Consiglio Maggiore, Piero di Tommaso Soderini fu eletto “Gonfaloniere di Giustizia a vita” nel settembre del 1502. Perciò, a partire dalla sua elezione, non vi furono più nomi di Gonfalonieri di Giustizia fino alle elezioni dell’ottobre 1512, dopo la restaurazione dei Medici.
1512 – La restaurazione dei Medici. Con l’esercito spagnolo accampato a Prato, Piero Soderini fuggì in esilio alla fine d’agosto del 1512. I membri restanti della Signoria lo sconfessarono. Un nuovo Parlamento (limitato ai sostenitori dei Medici) e una Balia restaurarono i Medici nella persona effettiva del cardinale Giovanni de’ Medici (secondo figlio di Lorenzo il Magnifico) che fu poi capo-famiglia. Egli era stato fatto cardinale nel 1489 e fu eletto papa con il nome di Leone X nel marzo del 1513. Morì nel 1521. Il partito mediceo tentò di ripristinare il sistema politico così come era stato sotto Lorenzo, con il Gonfaloniere di Giustizia, i Priori e i due Collegi, scelti ancora con il metodo delle Tratte, anche se le elezioni venivano ora controllate dal partito mediceo. Le prime elezioni mediante le Tratte furono quelle dell’ottobre del 1512. Il Consiglio Maggiore fu rimpiazzato dal Senato dei 70 e dal Consiglio dei 100. (Una succinta e dettagliata relazione dell’ultimo periodo della repubblica è in J. N. Stephens, The Fall of Florentine Repubblic, 1512-1530. [Oxford: Clarendon Press, 1983].)
1527-1530 – L’”ultima repubblica”. Dopo il sacco di Roma ad opera delle truppe mercenarie dell’imperatore Carlo V nel maggio 1527, e la fuga ad Orvieto di papa Clemente VII (Giulio de’ Medici), il gruppo anti-mediceo a Firenze prese il potere. Giulio de’ Medici era un figlio di Giuliano, il fratello assassinato di Lorenzo, e da cardinale aveva guidato il regime in Firenze; egli era stato eletto papa nel 1523. In Firenze, una nuova Balia si preparò a restaurare il Consiglio Maggiore del 1494. Incaricati sostitutivi per la Signoria e i Collegi furono scelti il 31 maggio, e i nomi di quelli eletti dal Consiglio Maggiore furono registrati nei Giornali delle Tratte. I Gonfalonieri di Giustizia eletti ebbero ancora un periodo di carica piuttosto lungo: Niccolò di Piero Capponi (maggio 1527), Francesco di Niccolò Carducci (aprile 1529), Raffaello di Francesco Girolami (gennaio 1530).
In conseguenza della riconciliazione fra papa Clemente VII e l’imperatore Carlo V, Firenze fu assediata dalle truppe imperiali capeggiate dal principe di Orange dall’autunno del 1529 fino alla resa della città, il 12 agosto del 1530, dopo la battaglia finale di Gavinana.
1530-32 – Il Ducato. I Medici furono reintegrati nell’aprile del 1531 da Carlo V nella persona di Alessandro de’ Medici, che fu fatto signore di Firenze. Alessandro era un figlio illegittimo di Lorenzo de’ Medici, il duca di Urbino, e perciò un nipote di Piero e un pronipote di Lorenzo il Magnifico. Un anno dopo, nell’aprile del 1532, dodici Riformatori della fazione medicea dell’elite fiorentina cambiarono la costituzione. La riforma del 1532 riconobbe Alessandro de’ Medici come duca, abolì la Signoria e i Collegi, e stabilì un nuovo Magistrato Supremo saldamente controllato dal Duca, che sovrastava un Senato dei 48 e un Consiglio dei 200. Gli ultimi Gonfalonieri di Compagnia furono selezionati nell’aprile 1531, gli ultimi Gonfaloniere di Giustizia, Notaio e Priori nel febbraio 1532, e gli ultimi Buonuomini in marzo.
Quando Alessandro de’ Medici venne assassinato nel gennaio 1537 (dal suo parente Lorenzino de’ Medici – chiamato “Lorenzaccio”) l’elite fiorentina riconobbe come duca Cosimo de’ Medici. Cosimo era il figlio di Giovanni dalle Bande Nere, un lontano cugino di Cosimo Pater Patrie, vissuto nel secolo precedente. Sotto il Duca Cosimo I (che fu fatto Granduca nel 1570) si svilupparono le più caratteristiche istituzioni burocratiche del Granducato mediceo.
Elezioni delle Arti . (Serie 06). Si è spesso detto che la repubblica fiorentina scaturisse inizialmente dalle Arti, dal momento che l’appartenenza ad esse era un requisito basilare dell’elezione agli uffici.. Il numero delle Arti riconosciute venne fissato in 21 nei primi anni del Priorato: sette “Arti Maggiori” e quattordici “Arti Minori”.
Le sette “Arti Maggiori” erano l’Arte dei Giudici e Notai; Calimala [o dei Mercatanti]; l’Arte del Cambio; l’Arte della Lana; l’Arte della Seta [o Por S. Maria]; l’Arte dei Medici e Speziali; e l’Arte dei Vaiai e Pellicciai.
Le quattordici “Arti Minori” erano l’Arte dei Beccai; l’Arte dei Calzolai; l’Arte dei Fabbri; l’Arte dei Linaiuoli e Rigattieri; l’Arte dei Maestri di Pietra e di Legname; l’Arte dei Vinattieri; l’Arte degli Albergatori; l’Arte degli Oliandoli e dei Pizzicagnoli; l’Arte dei Cuoiai e dei Galigai; l’Arte dei Corazzai e degli Spadai; l’Arte dei Coreggiai; l’Arte dei Chiavaioli; l’Arte dei Legnaiuoli; e l’Arte dei Fornai. Nonostante che le Arti esistessero anche in precedenza (Giovanni Villani riporta le sette Arti Maggiori al 1266), gli ultimi statuti che le riguardano sono compresi generalmente fra i decenni 1290 e1320.
Il comune di Firenze, dove soltanto un limitato gruppo di arti “ufficiali” veniva configurato nella costituzione, differiva decisamente dagli altri comuni italiani, che organizzavano invece in via formale un più vasto arco di attività. La pratica fiorentina era quella di associare i vari lavori all’interno delle Arti già esistenti (perciò Giudici e Notai, Medici e Speziali, Vaiai e Pellicciai, Linaioli e Rigattieri, Oliandoli e Pizzicagnoli, Cuoiai e Galigai, Corazzai e Spadai – tutte attività associate raggruppate insieme). Per esempio, i Tintori lottarono per ottenere un’organizzazione indipendente nel quattordicesimo secolo, ma la conseguirono soltanto provvisoriamente, negli anni 1378-82, al tempo del tumulto dei Ciompi. I pochi individui identificati con l’occupazione di “Tintori” nelle elezioni delle Arti del quindicesimo secolo erano membri dell’Arte della Lana o dell’Arte dei Linaiuoli e Rigattieri. Ulteriori sotto-gruppi si notano nel quindicesimo secolo: gli Orafi erano associati per lo più all’Arte della Seta; gli Aromatari e i Barbieri con i Medici e Speziali; i Pesciaiuoli con i Beccai; i Coltellinai con i Fabbri; i Sarti con i Linaiuoli e i Rigattieri; gli Scultori (per esempio la famiglia dei Della Robbia) con i Maestri di Pietra e di Legname; i Biadaiuoli con gli Oliandoli e i Pizzicagnoli; i Cassettai con i Legnaiuoli. Venivano fatte anche distinzioni di lavoro nella composizione delle differenti Borse dalle quali erano tratti i Consoli delle Arti. I Consoli dell’Arte della Lana erano estratti dalle quattro borse rappresentanti le diverse circoscrizioni della città (chiamate “conventi”): S. Pancrazio (la parte occidentale della città), Oltrarno (la parte meridionale), S. Martino (la parte settentrionale), e S. Piero Scheraggio (la parte orientale). I Consoli dell’Arte della Seta erano tratti da tre Borse: Setaiuoli, Ritagliatori e Fondacai (proprietari dei magazzini -- comprendenti gli orafi). I Consoli dell’Arte dei Linaiuoli e Rigattieri venivano estratti da due Borse: Linaiuoli e Rigattieri.
Le arti imposero certe modalità prescritte di produzione, matricolazione, scrutinamento e risoluzione delle dispute interne. Ciascuna era governata da un magistrato di “Consoli”, sorteggiati fra i maestri eleggibili delle arti – i lavoratori subordinati nelle varie attività (“sottoposti”) erano esclusi da tale privilegio. I Consoli stavano in carica per un periodo di quattro mesi, ed entravano in ufficio in gennaio, maggio, settembre.
L’Arte della Lana aveva otto consoli; Seta, Medici e Speziali, Beccai, Calzolai e Fabbri ne avevano sei; Calimala (Mercatanti), Cambio, Vaiai e Pellicciai, Linaiuoli e Rigattieri, Maestri di Pietra e di Legname, Oliandoli e Pizzicagnoli, Coreggiai, Chiavaioli, Legnaioli e Fornai ne avevano quattro; Vinattieri, Albergatori, Cuoiai e Galigai, Corazzai e Spadai ne avevano tre. Gli scrutini degli eleggibili venivano organizzati all’interno di ciascuna arte. Il sorteggio e i divieti all’insediamento finale operavano in maniera simile a quella valida per i Tre Maggiori.
Nella passata generazione ci sono stati pochi studi sulle arti fiorentine. Si può supporre che una famiglia particolare si iscrivesse soprattutto ad un’arte (come avvenne qualche volta), comunque ci fu chiaramente una certa flessibilità nell’appartenenza alle arti. Alcune famiglie (per esempio i Medici) trovarono economicamente e politicamente vantaggioso associarsi a molte arti. I cognomi, di certo, non sono prove sicure di coesione familiare, e si vede come molti di essi (celando in realtà branche di famiglie) fossero largamente distribuiti fra diverse arti, sia maggiori che minori.
La Mercanzia . La Mercanzia (dal 1308 -- la Universitas mercatorum, o, nel quindicesimo secolo, i Sei di mercanzia) costituiva l’alta corte commerciale. Il suo magistrato (che stava in carica per un periodo di tre mesi nel primo Quattrocento) si componeva inizialmente di un membro per ciascuna delle cinque arti di maggior prestigio mercantile: Mercatanti, Cambio, Lana, Seta e Medici e Speziali. Un sesto membro della corte venne aggiunto estraendolo dalle arti minori nel 1372 (e al tempo dei Ciompi c’erano cinque membri dalle arti minori, che ritornarono ad essere uno nel 1387). I membri delle Arti Maggiori erano estratti dalle Borse composte da ciascuna delle cinque arti rappresentate; il sesto membro della corte era tratto da una Borsa combinata, composta da rappresentanti dell’Arte dei Vaiai e Pellicciai e delle quattordici Arti Minori. La corte impiegava anche un giurista straniero (il cui nome non appare nell’archivio-dati).
La Mercanzia rappresentava una magistratura piuttosto importante nel tardo Trecento e nel primo Quattrocento. I suoi membri sedevano ex-officio nel Consiglio del Popolo, e partecipavano anche alle estrazioni per i Tre Maggiori. La corte si occupava di materie importanti come fallimenti, bancarotta e frode, e di trattati commerciali con gli stati stranieri. Progressivamente, nel quattordicesimo secolo, essa si assunse il compito di eseguire le sentenze pronunciate dai consoli delle arti. Gradualmente (e particolarmente nel periodo dopo la rivolta dei Ciompi) i Tre Maggiori ed altre alte magistrature usurparono i poteri delle arti, subordinando queste ultime allo stato, ed anche la Mercanzia ebbe un ruolo in questo processo. Nel 1393 essa si arrogò la funzione di supervisore nelle elezioni dei consoli delle arti, dando perciò avvio ad una serie di registri archivistici (“Tratte di tutti i consolati delle arti”), che registravano le estrazioni anche per l’ufficio della Mercanzia, e per venti delle ventuno arti (l’arte dei Giudici e Notai era esclusa). La Mercanzia diminuì un po’ d’importanza nel tardo Quattrocento per una serie di misure introdotte sotto Lorenzo de’ Medici negli anni ’70 (e nel 1477 i periodi annuali di rotazione delle cariche dei magistrati della Mercanzia furono ridotti da quattro a tre).
I registri della Mercanzia per le elezioni delle arti sono molto simili ai Giornali delle Tratte relativi alle estrazioni dei Tre Maggiori, e sono la fonte dei nomi per la serie 06 dell’archivio-dati. I registri contengono i nomi e le date di estrazione per tutti i “veduti” e i “seduti”, indicando per ciascuno il risultato dell’estrazione, l’ufficio e la data della borsa. Sfortunatamente, non tutti di questi registri sono sopravvissuti. Vi sono nomi in serie continue dall’elezione del dicembre del 1393 all’agosto del 1421, dall’agosto del 1429 al dicembre del 1443, dall’agosto del 1465 all’aprile del 1474, e dall’aprile del 1480 al dicembre del 1497. David Herlihy ha codificato i registri fino al 1497.In realtà i volumi continuano fino agli anni ‘30 del Cinquecento, dopo un’altra lacuna fra il 1498 e il 1507. Non abbiamo potuto completare la serie dopo il 1497, anche se abbiamo colmato il vuoto degli anni 1433-34, che mancavano dal registro 83 della Mercanzia. Sarebbe senz’altro possibile trovare ulteriori nomi di individui estratti in ufficio negli anni mancanti (specialmente per la stessa Mercanzia), ma è comunque dubbio che l’intero spettro delle elezioni delle arti potrebbe essere in questo modo ricostruito. Nondimeno, i registri sopravvissuti forniscono una buona base per valutare, per la maggior parte del quindicesimo secolo, la partecipazione di individui e di famiglie in arti differenti.