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Il neologismo "haecceitas" è proprio di Duns Scoto. Come si sa, provviene da "haec". Infatti, Duns utilizza questa categoria come principio d'individuazione. L'individuazione è l'ultima realitas entis, come scrive, ad es. in Op. ox. II, d. 3, q.6, n.15 o in Rep. Par. II, d. 12, q. 15, nn.1, 8, 13 y 14. L'haecceitas è dunque quello che fa sí che un ente sia quell'ente e non un altro della stessa specie. Secondo Duns, il principio d'individuazione non può provenire dalla forma né dalla materia, poiché materia e forma sono identiche in tutti gli enti della stessa specie, né può consistere nella materia quantitate signata, come proponeva Tommaso d'Aquino, anzi, l'haecceitas è "illa forma qua totum compositum est hoc ens" (Op. ox. IV, d. 2, q. 3, n. 46). Va detto anche che, nella prospettiva scotista, tra la cosa di cui si tratta e l'haecceitas non c'è una distinzione reale bensì formale, per cui quest'ultima nulla aggiunge alla natura dell'ente. Si deve sottolineare però che l'haecceitas non equivale esattamente all'ipseitas di cui parla Pico nelle sue tesi.
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