secundum doctrinam latinorum 2. Thomae Aquinatis
I.2.23. Unum supra ens non addit nisi privationem divisionis.
Annotations
[Latin to Spanish Translation, Silvia Magnavacca, 10/1/24]:
|
|
All:
El ser uno no le añade al ser ente más que la negación de la división.
|
|
|
[Interpretation and Commentary, Silvia Magnavacca, 10/1/24]:
|
|
All:
Per gli scolastici, l'essere unum, aliquid, verum, bonum sono transcendentales, cioè, i modi più generali che assume l'ente e che lo segnano in quanto ente. Dal punto di vista metafisico, l'essere uno indica soltanto il carattere indiviso che ha l'ente in quanto tale, almeno secondo la prospettiva di Tommaso d'Aquino (cf. In III Met.l.12, 501; IV, l. 2, 560). Cosí, unum implica ens e viceversa, per cui sono convertibili come lo è ogni trascendentale. C'è dunque uguale estensione nel significato dei due termini e nulla aggiunge alla condizione di ente il fatto di essere indiviso. Le sostanze semplici son indivise per definizione; le composte non possono arrivare all'esistenza a meno che si dia l'unità tra materia e forma proprie della specie di quell'ente. Ben diversi sono i significati che la parola "unum" ha per un autore di base neoplatonica come Pico, particolarmente nel suo De ente et uno.
|
|
|