Conclusiones CM publice disputandae

secundum doctrinam latinorum arrow 1. Alberti Magni

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I.1.10. Obiectum per se et proprie sensus communis est magnitudo |ut bene dixit Avicenna.

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All: El objeto por sí y propiamente hablando del sentido común es la magnitud, como bien dice Avicena.
 

 


 

 

All: Nei primi capitoli del libro III del De anima, Aristotele allude a quello che gli scolastici hanno tradotto come "sensus communis", proprio della sensibilità interna. Come si sa, quella esterna è data dai cinque sensi, ognuno dei quali ha un oggetto proprio: la vista ha come oggetto il colore; l'udito, il suono, ecc. Il sensus communis è appunto quello che distingue ma allo stesso tempo coordina le sensazioni specifiche. Il problema che il Medioevo ha raccolto di questo tema è quello di spiegare, dal punto di vista del soggetto che conosce, come è possibile che un unico senso accolga due forme sensibili eterogenee; dal punto di vista dell'oggetto, quali sono i "sensibili communi", cioè, gli oggetti percepiti da più di un senso. In questo ultimo indirizzo si svolge la risposta avicenniana sottoscritta da Alberto e che Pico accenna in questa tesi. Si aggiunga che, per il Mirandolano, il sensus communis non si distingue dai sensi esterni, come si legge nella tesi 2.30 delle Conclusiones proprie che sono in disaccordo con la filosofia comune.