[ 002 ] L'aurora già di vermiglia cominciava, appressandosi il sole, a divenir rancia, quando la domenica, la reina levata e fatta tutta la sua compagnia levare e avendo già il siniscalco gran pezzo davanti mandato al luogo dove andar doveano assai delle cose oportune e chi quivi preparasse quello che bisognava, veggendo già la reina in cammino, prestamente fatta ogni altra cosa caricare, quasi quindi il campo levato, con la salmeria n'andò e con la famiglia rimasa appresso delle donne e de' signori.
[ 003 ] La reina adunque con lento passo, accompagnata e seguita dalle sue donne e dai tre giovani, alla guida del canto di forse venti usignuoli e altri uccelli, per una vietta non troppo usata ma piena di verdi erbette e di fiori, li quali per lo sopravegnente sole tutti s'incominciavano a aprire, prese il cammino verso l'occidente, e cianciando e motteggiando e ridendo con la sua brigata, senza essere andata oltre a dumilia passi, assai avanti che mezza terza fosse ad un bellissimo e ricco palagio, il quale alquanto rilevato dal piano sopra un poggetto era posto, gli ebbe condotti. [ 004 ] Nel quale entrati e per tutto andati, e avendo le gran sale, le pulite e ornate camere compiutamente ripiene di ciò che a camera s'appartiene, sommamente il commendarono e magnifico reputarono il signor di quello. Poi, abbasso discesi, e veduta l'ampissima e lieta corte di quello, le volte piene d'ottimi vini e la freddissima acqua e in gran copia che quivi surgea, piú ancora il lodarono. Quindi, quasi di riposo vaghi, sopra una loggia che la corte tutta signoreggiava, essendo ogni cosa piena di quei fiori che concedeva il tempo e di frondi, postesi a sedere, venne il discreto siniscalco, e loro con preziosissimi confetti e ottimi vini ricevette e riconfortò.
[ 005 ] Appresso la qual cosa, fattosi aprire un giardino che di costa era al palagio, in quello, che tutto era dattorno murato, se n'entrarono; e parendo loro nella prima entrata di maravigliosa bellezza tutto insieme, piú attentamente le parti di quello cominciarono a riguardare. [ 006 ] Esso avea dintorno da sé e per lo mezzo in assai parti vie ampissime, tutte diritte come strale e coperte di pergolati di viti, le quali facevan gran vista di dovere quello anno assai uve fare, e tutte allora fiorite sí grande odore per lo giardin rendevano, che, mescolato insieme con quello di molte altre cose che per lo giardino olivano, pareva loro essere tra tutta la spezieria che mai nacque in Oriente. Le latora delle quali vie tutte di rosa' bianchi e vermigli e di gelsomini erano quasi chiuse: per le quali cose, non che la mattina, ma qualora il sole era piú alto, sotto odorifera e dilettevole ombra, senza esser tocco da quello, vi si poteva per tutto andare. [ 007 ] Quante e quali e come ordinate poste fossero le piante che erano in quel luogo, lungo sarebbe a raccontare; ma niuna n'è laudevole, la quale il nostro aere patisca, di che quivi non sia abondevolmente. [ 008 ] Nel mezzo del quale, quello che è non meno commendabile che altra cosa che vi fosse ma molto piú, era un prato di minutissima erba e verde tanto, che quasi nera parea, dipinto tutto forse di mille varietà di fiori, chiuso dintorno di verdissimi e vivi aranci e di cedri, li quali, avendo i vecchi frutti e' nuovi e i fiori ancora, non solamente piacevole ombra agli occhi, ma ancora all'odorato facevan piacere. [ 009 ] Nel mezzo del qual prato era una fonte di marmo bianchissimo e con maravigliosi intagli: iv'entro, non so se da natural vena o da artificiosa, per una figura, la quale sopra una colonna che nel mezzo di quella diritta era, gittava tanta acqua e sí alta verso il cielo, che poi non senza dilettevol suono nella fonte chiarissima ricadea, che di meno avria macinato un mulino. [ 010 ] La qual poi, quella dico che soprabbondava al pieno della fonte, per occulta via del pratello usciva e, per canaletti assai belli e artificiosamente fatti, fuori di quello divenuta palese, tutto lo 'ntorniava; e quindi per canaletti simili quasi per ogni parte del giardin discorrea, raccogliendosi ultimamente in una parte dalla quale del bel giardino avea l'uscita, e quindi verso il pian discendendo chiarissima, avanti che a quel divenisse, con grandissima forza e con non piccola utilità del signore, due mulina volgea.
[ 011 ] Il veder questo giardino, il suo bello ordine, le piante e la fontana co' ruscelletti procedenti da quella tanto piacque a ciascuna donna e a' tre giovani, che tutti cominciarono a affermare che, se Paradiso si potesse in terra fare, non sapevano conoscere che altra forma che quella di quel giardino gli si potesse dare, né pensare, oltre a questo, qual bellezza gli si potesse agiugnere. [ 012 ] Andando adunque contentissimi dintorno per quello, faccendosi di varii rami d'albori ghirlande bellissime, tuttavia udendo forse venti maniere di canti d'uccelli quasi a pruova l'un dell'altro cantare, s'accorsero d'una dilettevol bellezza, della quale, dall'altre soprappresi, non s'erano ancora accorti: [ 013 ] ché essi videro il giardin pieno forse di cento varietà di belli animali, e l'uno all'altro mostrandolo, d'una parte uscir conigli, d'altra parte correr lepri, e dove giacer cavriuoli e in alcuna cerbiatti giovani andar pascendo e, oltre a questi, altre piú maniere di non nocivi animali, ciascuno a suo diletto, quasi dimestichi, andarsi a sollazzo: le quali cose, oltre agli altri piaceri, un vie maggior piacere aggiunsero. [ 014 ] Ma poi che assai, or questa cosa or quella veggendo, andati furono, fatto dintorno alla bella fonte metter le tavole e quivi prima sei canzonette cantate e alquanti balli fatti, come alla reina piacque, andarono a mangiare: e con grandissimo e bello e riposato ordine serviti e di buone e dilicate vivande, divenuti piú lieti sú si levarono, e a' suoni e a' canti e a' balli da capo si dierono, infino che alla reina, per lo caldo sopravvegnente, parve ora che, a cui piacesse, s'andasse a dormire. [ 015 ] De' quali chi vi andò e chi, vinto dalla bellezza del luogo, andar non vi volle, ma quivi dimoratisi, chi a legger romanzi, chi a giucare a scacchi e chi a tavole, mentre gli a ltri dormiron, si diede.
[ 016 ] Ma, poi che, passata la nona, ciascuno levato si fu, e il viso colla fresca acqua rinfrescato s'ebbero, nel prato, sí come alla reina piacque, vicini alla fontana venutine, e in quello secondo il modo usato postisi a sedere, ad aspettar cominciarono di dover novellare sopra la materia dalla reina proposta. De' quali il primo a cui la reina tal carico impose fu Filostrato, il quale cominciò in questa guisa.
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