[ 001 ] Madonna Dianora domanda a messer Ansaldo un giardino di gennaio bello come di maggio; messer Ansaldo con l'obligarsi a uno nigromante gliele dà; il marito le concede che ella faccia il piacere di messer Ansaldo, il quale udita la liberalità del marito, l'assolve della promessa, e il nigromante, senza volere alcuna cosa del suo, assolve messere Ansaldo.
[ 002 ] Per ciascuno della lieta brigata era già stato messer Gentile con somme lode tolto infino al cielo, quando il re impose a Emilia che seguisse; la qual baldanzosamente, quasi di dire disiderosa, cosí cominciò:
[ 003 ] Morbide donne, niun con ragion dirà messer Gentile non aver magnificamente operato, ma il voler dire che piú non si possa, il piú potersi non fia forse malagevole a mostrarsi: il che io avviso in una mia novelletta di raccontarvi.
[ 004 ] In Frioli, paese quantunque freddo lieto di belle montagne, di piú fiumi e di chiare fontane, è una terra chiamata Udine, nella quale fu già una bella e nobile donna, chiamata madonna Dianora e moglie d'un gran ricco uomo nominato Gilberto, assai piacevole e di buona aria. E meritò questa donna per lo suo valore d'essere amata sommamente da un nobile e gran barone, il quale aveva nome messere Ansaldo Gradense, uomo d'alto affare e per arme e per cortesia conosciuto per tutto. [ 005 ] Il quale, ferventemente amandola e ogni cosa faccendo che per lui si poteva per essere amato da lei e a ciò spesso per sue ambasciate sollicitandola, invano si faticava. E essendo alla donna gravi le sollicitazioni del cavaliere, e veggendo che, per negare ella ogni cosa da lui domandatole, esso per ciò d'amarla né di sollicitarla si rimaneva, con una nuova e al suo giudicio impossibil domanda si pensò di volerlosi torre da dosso.
[ 006 ] E a una femina che a lei da parte di lui spesse volte veniva, disse indi cosí: “ Buona femina, tu m'hai molte volte affermato che messere Ansaldo sopra tutte le cose m'ama e maravigliosi doni m'hai da sua parte proferti; li quali voglio che si rimangano a lui, per ciò che per quegli mai a amar lui né a compiacergli mi recherei. E se io potessi esser certa che egli cotanto m'amasse quanto tu di', senza fallo io mi recherei a amar lui e a far quello che egli volesse; e per ciò, dove di ciò mi volesse far fede con quello che io domanderò, io sarei a' suoi comandamenti presta ” .
[ 007 ] Disse la buona femina: “ Che è quello, madonna, che voi disiderate che el faccia? ”
[ 008 ] Rispose la donna: “ Quello che io disidero è questo: io voglio, del mese di gennaio che viene, appresso di questa terra un giardino pieno di verdi erbe, di fiori e di fronzuti albori, non altrimenti fatto che se di maggio fosse; il quale dove egli non faccia, né te né altri mi mandi mai piú, per ciò che, se piú mi stimolasse, come io infino a qui del tutto al mio marito e a' miei parenti tenuto ho nascoso, cosí, dolendomene loro, di levarlomi da dosso m'ingegnerei ” .
[ 009 ] Il cavaliere, udita la domanda e la proferta della sua donna, quantunque grave cosa e quasi impossibile a dover fare gli paresse e conoscesse per niun'altra cosa ciò essere dalla donna addomandato se non per torlo dalla sua speranza, pur seco propose di voler tentare quantunque fare se ne potesse e in piú parti per lo mondo mandò cercando se in ciò alcun si trovasse che aiuto o consiglio gli desse; e vennegli uno alle mani il quale, dove ben salariato fosse, per arte nigromantica profereva di farlo. [ 010 ] Col quale messer Ansaldo per grandissima quantità di moneta convenutosi, lieto aspettò il tempo postogli; il qual venuto, essendo i freddi grandissimi e ogni cosa piena di neve e di ghiaccio, il valente uomo in un bellissimo prato vicino alla città con sue arti fece sí, la notte alla quale il calen di gennaio seguitava, che la mattina apparve, secondo che color che 'l vedevan testimoniavano, un de' piú be' giardini che mai per alcun fosse stato veduto, con erbe e con alberi e con frutti d'ogni maniera. [ 011 ] Il quale come messere Ansaldo lietissimo ebbe veduto, fatto cogliere de' piú be' frutti e de' piú be' fior che v'erano, quegli occultamente fé presentare alla sua donna e lei invitare a vedere il giardino da lei adomandato, acciò che per quel potesse lui amarla conoscere e ricordarsi della promission fattagli e con saramento fermata, e come leal donna poi procurar d'attenergliele.
[ 012 ] La donna, veduti i fiori e' frutti e già da molti del maraviglioso giardino avendo udito dire, s'incominciò a pentere della sua promessa, ma con tutto il pentimento, sí come vaga di veder cose nuove, con molte altre donne della città andò il giardino a vedere; e non senza maraviglia commendatolo assai, piú che altra femina dolente a casa se ne tornò a quel pensando a che per quello era obbligata. [ 013 ] E fu il dolore tale, che, non potendol ben dentro nascondere, convenne che di fuori apparendo il marito di lei se n'accorgesse; e volle del tutto da lei di quello saper la cagione. La donna per vergogna il tacque molto: ultimamente, constretta, ordinatamente gli aperse ogni cosa.
[ 014 ] Gilberto primieramente ciò udendo si turbò forte: poi, considerata la pura intenzion della donna, con miglior consiglio cacciata via l'ira, disse: “ Dianora, egli non è atto di savia né d'onesta donna d'ascoltare alcuna ambasciata delle cosí fatte, né di pattovire sotto alcuna condizione con alcuno la sua castità. Le parole per gli orecchi dal cuore ricevute hanno maggior forza che molti non stimano, e quasi ogni cosa diviene agli amanti possibile. [ 015 ] Male adunque facesti prima a ascoltare e poscia a pattovire; ma per ciò che io conosco la purità dello animotuo, per solverti da' legame della promessa, quello ti concederò che forse alcuno altro non farebbe, inducendomi ancora la paura del nigromante, al qual forse messer Ansaldo, se tu il beffassi, far ci farebbe dolenti. [ 016 ] Voglio io che tu a lui vada e, se per modo alcun puoi, t'ingegni di far che, servata la tua onestà, tu sii da questa promessa disciolta: dove altramenti non si potesse, per questa volta il corpo ma non l'animo gli concedi ” .
[ 017 ] La donna, udendo il marito, piagneva e negava sé cotal grazia voler da lui. A Gilberto, quantunque la donna il negasse molto, piacque che cosí fosse: per che, venuta la seguente mattina, in su l'aurora, senza troppo ornarsi, con due suoi famigliari innanzi e con una cameriera appresso n'andò la donna a casa messere Ansaldo.
[ 018 ] Il quale udendo la sua donna a lui esser venuta si maravigliò forte; e levatosi e fatto il nigromante chiamare gli disse: “ Io voglio che tu vegghi quanto di bene la tua arte m'ha fatto acquistare ” ; e incontro andatile, senza alcun disordinato appetito seguire, con reverenza onestamente la ricevette, e in una bella camera a un gran fuoco se n'entrar tutti; [ 019 ] e fatto lei porre a seder disse: “ Madonna, io vi priego, se il lungo amore il quale io v'ho portato merita alcun guiderdone, che non vi sia noia d'aprirmi la vera cagione che qui a cosí fatta ora v'ha fatta venire e con cotal compagnia ” .
[ 020 ] La donna vergognosa e quasi con le lagrime sopra gli occhi rispose: Messere, né amor che io vi porti né promessa fede mi menan qui ma il comandamento del mio marito, il quale, avuto piú rispetto alle fatiche del vostro disordinato amore che al suo e mio onore, mi ci ha fatta venire; e per comandamento di lui disposta sono per questa volta a ogni vostro piacere.
[ 021 ] Messere Ansaldo, se prima si maravigliava, udendo la donna molto piú s'incominciò a maravigliare: e dalla liberalità di Gilberto commosso il suo fervore in compassione cominciò a cambiare e disse: [ 022 ] “ Madonna, unque a Dio non piaccia, poscia che cosí è come voi dite, che io sia guastatore dello onore di chi ha compassione al mio amore; e per ciò l'esser qui sarà, quanto vi piacerà, non altramenti che se mia sorella foste, e quando a grado vi sarà liberamente vi potrete partire, sí veramente che voi al vostro marito di tanta cortesia, quanta la sua è stata, quelle grazie renderete che convenevoli crederete, me sempre per lo tempo avvenire avendo per fratello e per servidore ” .
[ 023 ] La donna, queste parole udendo, piú lieta che mai disse: “ Niuna cosa mi poté mai far credere, avendo riguardo a' vostri costumi, che altro mi dovesse seguir della mia venuta che quello che io veggio che voi ne fate; di che io vi sarò sempre obbligata ” . E preso commiato, onorevolmente accompagnata si tornò a Gilberto e raccontogli ciò che avvenuto era; di che strettissima e leale amistà lui e messer Ansaldo congiunse.
[ 024 ] Il nigromante, al quale messer Ansaldo di dare il promesso premio s'apparecchiava, veduta la liberalità di Gilberto verso messer Ansaldo e quella di messer Ansaldo verso la donna, disse: “ Già Dio non voglia, poi che io ho veduto Gilberto liberale del suo onore e voi del vostro amore, che io similmente non sia liberale del mio guiderdone; e per ciò, conoscendo quello a voi star bene, intendo che vostro sia ” .
[ 025 ] Il cavaliere si vergognò e ingegnossi di fargli o tutto o parte prendere; ma poi che in vano si faticava, avendo il nigromante dopo il terzo dí tolto via il suo giardino e piacendogli di partirsi, il comandò a Dio; e spento del cuore il concupiscibile amore, verso la donna acceso d'onesta carità si rimase.
[ 026 ] Che direm qui, amorevoli donne? preporremo la quasi morta donna e il già rattiepidito amore per la spossata speranza a questa liberalità di messer Ansaldo, piú ferventemente che mai amando ancora e quasi da piú speranza acceso e nelle sue mani tenente la preda tanto seguita? Sciocca cosa mi parrebbe a dover credere che quella liberalità a questa comparar si potesse.