[ 001 ] Se le prime novelle li petti delle vaghe donne avevan contristati questa ultima di Dioneo le fece ben tanto ridere, e spezialmente quando disse lo straticò aver l'uncino attaccato che essi si poterono della compassione avuta dell'altre ristorare. [ 002 ] Ma veggendo il re che il sole cominciava a farsi giallo e il termine della sua signoria era venuto, con assai piacevoli parole alle belle donne si scusò di ciò che fatto avea, cioè d'aver fatto ragionare di materia cosí fiera come è quella della infelicità degli amanti; e fatta la scusa, in piè si levò e della testa si tolse la laurea, e aspettando le donne a cui porre la dovesse piacevolmente sopra il capo biondissimo della Fiammetta la pose, dicendo: [ 003 ] “ Io pongo a te questa corona sí come a colei la quale meglio, dell'aspra giornata di oggi, che alcuna altra, con quella di domane queste nostre compagne racconsolar saprai. ”
[ 004 ] La Fiammetta li cui capelli eran crespi, lunghi e d'oro e sopra li candidi e dilicati omeri ricadenti, e il viso ritondetto con un colore vero di bianchi gigli e di vermiglie rose mescolati tutto splendido, con due occhi in testa che parevano d'un falcon pellegrino e con una boccuccia piccolina, li cui labbri parevan due rubinetti, [ 005 ] sorridendo rispose: [ ] “ Filostrato, e io la prendo volentieri; e acciò che meglio t'avveggi di quello che fatto hai, infino da ora voglio e comando che ciascun s'apparecchi di dovere domane ragionare di ciò che ad alcuno amante, dopo alcuni fieri o sventurati accidenti, felicemente avvenisse. ” [ 006 ] La qual proposizione a tutti piacque: e essa, fattosi il siniscalco venire, e delle cose opportune con lui insieme avendo disposto, tutta la brigata, da seder levandosi, per infino all'ora della cena lietamente licenziò.
[ 007 ] Costoro adunque, parte per lo giardino, la cui bellezza non era da dover troppo tosto rincrescere, e parte verso le mulina che fuor di quel macinavano, e chi qua e chi là, a prender secondo i diversi appetiti diversi diletti si diedono infino all'ora della cena. [ 008 ] La qual venuta, tutti raccolti, come usati erano, appresso della bella fonte con grandissimo piacere e ben serviti cenarono. E da quella levatisi, come usati erano, al danzare e al cantar si diedono, e menando Filomena la danza, disse la reina: [ 009 ] “ Filostrato, io non intendo deviare da' miei passati; ma sí come essi hanno fatto cosí intendo che per lo mio comandamento si canti una canzone; e per ciò che io son certa che tali sono le tue canzoni chenti sono le tue novelle, acciò che piú giorni che questo non sien turbati de' tuoi infortunii, vogliamo che una ne dichi qual piú ti piace. ”
[ 010 ] Filostrato rispose che volentieri; e senza indugio in cotal guisa cominciò a cantare:
[ 011 ] Lagrimando dimostroquanto si dolga con ragione il cored'esser tradito sotto fede, Amore.
[ 012 ] Amore, allora che primieramenteponesti in lui colei per cui sospiro,senza sperar salute,sí piena la mostrasti di virtute,che lieve reputava ogni martiro,che per te nella mente,ch'è rimasa dolente,fosse venuto; ma il mio erroreora conosco, e non senza dolore.
[ 013 ] Fatto m'ha conoscente dello 'ngannovedermi abbandonato da colei,in cui sola sperava;ch'allora ch'i'piú esser mi pensavanella sua grazia e servidore a lei,senza mirare al dannodel mio futuro affanno,m'accorsi lei aver l'altrui valoredentro raccolto, e me cacciato fore.
[ 014 ] Com'io conobbi me di fuor cacciato,nacque nel core un pianto doloroso,che ancor vi dimora:e spesso maladico il giorno e l'orache pria m'apparve il suo viso amorosod'alta biltate ornatoe piú che mai 'nfiammato!La fede mia, la speranza e l'ardoreva bestemmiando l'anima che more.
[ 015 ] Quanto 'l mio duol senza conforto sia,signor, tu ' puoi sentir, tanto ti chiamocon dolorosa voce:e dicoti che tanto e sí mi cuoce,che per minor martir la morte bramo.Venga dunque, e la miavita crudele e riatermini col suo colpo, e 'l mio furore,ch'ove ch'io vada il sentirò minore.
[ 016 ] Null'altra via, niuno altro confortomi resta piú che morte alla mia doglia.Dallami dunque omai;pon fine, Amor, con essa alli miei guai,e 'l cor di vita sí misera spoglia.Deh fallo, poi ch'a tortom'è gioia tolta e diporto.Fa' costei lieta, morend'io, signore,come l'hai fatta di nuovo amadore.
[ 017 ] Ballata mia, se alcun non t'apparaio non men curo, per ciò che nessuno,com'io, ti può cantare.Una fatica sola ti vo' dare:che tu ritruovi Amore, e a lui solo unoquanto mi sia discarala trista vita amaradimostri appien, pregandol che 'n miglioreporto ne ponga per lo suo onore.
[ 018 ] Dimostrarono le parole di questa canzone assai chiaro qual fosse l'animo di Filostrato, e la cagione: e forse piú dichiarato l'avrebbe l'aspetto di tal donna nella danza era, se le tenebre della sopravvenuta notte il rossore nel viso di lei venuto non avesser nascoso. Ma poi che egli ebbe a quella posta fine, molte altre cantate ne furono infino a tanto che l'ora dell'andare a dormire sopravenne; per che, comandandolo la reina, ciascuno alla sua camera si raccolse.
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